In professional sports there is a tendency towards the usage of digital systems that support decisions with objective data. What has changed from the past in your area of knowledge?
The advent of technology has changed the athletic trainer’s approach to work. First of all, we have more data at our disposal, which can help us make our work more linear, more specific and therefore aimed at each individual player. It is very important to find a balance between machine and man. Data is very important but it is important that it is interpreted, and at this point, the man intervenes with his acuity, professionalism and experience that he may have.
How important and what are the main advantages in centralising, analysing and conserving information in a unique platform instead of single technologies?
Data gives you objectivity. I think the eye or the heart has its importance, but the numerical evaluation helps you to go deeper into the interpretations of the training sessions, the matches and the performance of the various players. So having these numbers at your disposal, allows you to analyse in depth what is happening in the group and in the individual player.
Communication and sharing information are crucial in the daily work. Has the fact of using an intelligence system improved the communication processes between staff members and/or players and staff?
A good S&C coach is the one who makes all 20 players available to the coach. When the coach doesn’t know who to play because he has 20 players available, it means that the work of the technical staff, trainer and medical staff is going well and there is harmony and communication between these three bodies, the team behind the team. Communication is the basis of the work. Without communication, data has no value and is lost. Communication gives room for interpretation and at that point, the numbers give you a concrete reality.
How has technology impacted your daily work?
Iterpro is part of my daily work. The first thing I do after each training session is to download the data into the platform, and from there I try to combine what I interpreted from watching the training session with what the numbers indicate. This allows me to look at the intensity of the training and the input on the individual players. This helps me to shape the training for the following days.
What improvements in margins do you think technology can still bring to the sports industry, both in the daily work of the management team, staff and players’ performance?
We are now monitoring the players for two hours a day: from when they arrive, in the gym and on the pitch. Unfortunately, we don’t have the numbers for the other 22 hours of the day, which are still important. I think that being able to monitor the players without being invasive in their private lives, would allow us to better understand the state of the player. We are working as if the players are F1 cars, and in F1 we know that the turn of a screw can have an effect on the performance of the car, the same applies to the players.
Ivan Carminati, football Fitness Coach currently working in a club in Russia.
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Nello sport professionistico si denota sempre più la tendenza nell’utilizzo di sistemi digitali che supportano le decisioni con dati oggettivi. Cosa è cambiato rispetto al passato nella tua area di competenza? Quali sono le sfide più grandi per un club ed un professionista che lavora nella tua area di competenza?
L’avvento della tecnologia ha modificato l’approccio del lavoro del preparatore atletico. Innanzi tutto perché hai più numeri a disposizione che possono aiutarti a rendere il tuo lavoro più lineare e più specifico, indirizzato ad ogni singolo giocatore. È molto importante trovare un equilibrio tra macchina e uomo. I dati sono importantissimi ma è importante che vengano interpretati, e a questo punto interviene l’uomo con la sua acutezza, la sua professionalità ed esperienza che può avere.
Quanto è importante e quali sono i vantaggi nel centralizzare, analizzare e conservare le informazioni in un’unica piattaforma rispetto alle singole tecnologie?
I dati ti forniscono oggettività. Io penso che l’occhio o il cuore ha la sua importanza, ma la valutazione numerica ti aiuta ad andare più in profondità nelle interpretazioni degli allenamenti, le partite e le performance dei vari giocatori. Quindi, avere questi dati a disposizione ti permette di analizzare in profondità cosa sta avvenendo nel gruppo e nel singolo giocatore.
La comunicazione e la condivisione delle informazioni sono ormai cruciali nel lavoro quotidiano. L’utilizzo di un sistema di intelligence ha migliorato i processi di comunicazione sia tra membri dello staff che tra staff e giocatori?
Un bravo preparatore è quello che rende disponibili tutti e 20 i giocatori al mister. Quando il mister non sa chi far giocare perchè ha 20 giocatori disponibili, vuol dire che il lavoro dello staff tecnico, preparatore e staff medico sta andando bene e c’è una sintonia e una comunicazione tra questi tre enti, la squadra dietro la squadra. La comunicazione è la base del lavoro. Senza comunicazione, i dati non hanno alcun valore e si perdono. La comunicazione dà spazio a interpretazioni e a quel punto i numeri ti danno una realtà concreta.
Quale impatto ha avuto la tecnologia sul vostro lavoro quotidiano? C’è una funzionalità o caratteristica specifica della tecnologia che ha particolarmente cambiato il tuo modo di lavorare?
Iterpro fa parte del mio lavoro giornaliero. La prima cosa che faccio dopo ogni allenamento è scaricare i dati dentro la piattaforma, e da lì cerco di unire quello che ho interpretato io guardando la sessione con quello che i numeri indicano. Questo mi permette di considerare l’intensità dell’allenamento e l’apporto avuto sui singoli giocatori. Questo mi aiuta a modellare gli allenamenti dei giorni successivi.
Quali margini di miglioramento pensi potrà ancora portare la tecnologia, sia nel lavoro quotidiano della direzione, dello staff e nelle performance in campo dei calciatori?
Noi per ora stiamo monitorando i giocatori per due ore al giorno: da quando arriva al centro sportivo, in palestra e in campo. Purtroppo non abbiamo i numeri delle altre 22 ore del giorno che sono comunque importanti. Penso che poter monitorare i giocatori senza essere invasivi nella loro vita privata, ci permetterebbe di capire al meglio lo stato del giocatore. Noi stiamo lavorando come se i giocatori fossero macchine di F1, e nella F1 sappiamo che il giro di una vite può avere effetto nella performance della macchina, lo stesso vale per i calciatori.
Ivan Carminati, Preparatore Atletico di calcio attualmente lavora in un club di Russia.